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Una risorsa per l'educazione

Vita buona nei Centri Scout

Il Centro Scout può essere un luogo qualsiasi? Di certo no. Non può essere uno dei tanti spazi da consumare. Suo scopo è di essere un luogo di “vita buona”. Non mi riferisco alla vita buona pubblicizzata da TV e stampa e da stili di vita diffusi tra le giovani generazioni (e non solo!), ma al buon vivere proposto da Baden-Powell e basato sui valori della Legge scout. Alla domanda “Che cosa è per te un Centro Scout”, la gran parte degli intervistati fa riferimento a strutture accoglienti, ad attività coinvolgenti, a staff competenti, a materiali adeguati che favoriscano il “benessere” di chi utilizza il Centro e lascino in lui un buon ricordo. Non possiamo, però, limitarci a questo. Abbiamo più volte sostenuto che il Centro Scout deve essere anzitutto uno “spazio educativo”.

La Chiesa italiana ha voluto dedicare all’educazione e alla vita buona il suo impegno per il prossimo decennio. E’ un percorso di progettualità e di riflessione condensato nel documento “Educare alla vita buona del Vangelo” recentemente edito. Si fa esplicito riferimento ad una “vita nuova caratterizzata da tutto ciò che è bello, buono e vero” e s’invita la comunità ad impegnarsi coralmente per la formazione di “persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita” alla luce della buona novella donata da Gesù all’umanità. I Centri Scout, lo sappiamo, sono collegati ad Associazioni che vivono in maniera diversa la scelta di fede e la laicità (nel senso positivo del termine).

Ciò non significa essere spazi anonimi e asettici. L’essere “spazio educativo” vuol dire saper essere luogo che ha senso e dà senso. Dare senso alla propria vita e al proprio agire. Questa è la grande sfida dell’oggi! Ce lo dicono i vescovi, ma anche gli esperti in problemi sociali ed educativi. Il recente Rapporto CENSIS fa riferimento a “un Paese frenato dall’apatia”, ove sono carenti la speranza per il futuro e il desiderio di fare del proprio meglio. Senza senso non ci si orienta e si vaga come farfalle notturne da una luce all’altra, da dissennati, alla ricerca spasmodica di brandelli di felicità da consumare. “Le persone – evidenzia il documento della CEIfanno sempre più fatica a dare un senso profondo all’esistenza.

Ne sono sintomi il disorientamento, il ripiegamento su se stessi e il narcisismo, il desiderio insaziabile di possesso e di consumo, la ricerca del sesso slegato dall’affettività e dall’impegno di vita, l’ansia e la paura, l’incapacità di sperare, il diffondersi dell’infelicità e della depressione …..”. Perciò, c’è impellente bisogno di buoni educatori e di spazi significativi che accompagnino le giovani generazioni verso la conquista della felicità. Non possiamo, infatti, dimenticare che non può esserci vita buona senza un progetto che orienti la vita delle persone e delle istituzioni. La vita buona non può essere legata all’hic et nunc, al tutto facile e subito, al vivere alla giornata. Non può essere una vita assistita o sprecata. Essa deve essere supportata da forti valori e da valido impegno. E’ sostenuta dal discernimento, dalla responsabilità e dal generoso impegno.

Sa fare interagire razionalità ed affettività. E’ resa feconda dalla capacità di donarsi agli altri. E’ radicata nel bene, nella saggezza e nella sapienza, nonché nella giustizia. B.- P. ci ricorda che una vita felice si trova nel far felici gli altri. Ecco il segreto della vita buona e della felicità! Ciò significa sapere interagire positivamente con gli ospiti del Centro Scout. Sappiamo, infatti, che ognuno porta con sé vari modi di vivere lo Scautismo, legati all’associazione, alla nazione e allo stesso gruppo di provenienza. Di fronte alla molteplicità dei modi di agire è opportuno sollecitare e valorizzare comportamenti caratterizzati dagli aspetti tipici dello stile scout; una gioia di vivere che sia legata alla fraternità e alla laboriosità, all’impegno per costruire il bene comune e al generoso servizio al fine di promuovere uno stile che sia testimonianza concreta di valori comuni.

In questo senso la testimonianza dello staff del Centro Scout è fondamentale, così com’è opportuno che le attività proposte abbiano valore educativo e diano la possibilità ai capi e ai ragazzi di vivere concrete esperienze di vita buona. Perché ogni ragazzo, ogni capo porti con sé non solo il ricordo di meravigliose avventure o di buone strutture, ma essenzialmente un duraturo stimolo ad incarnare sempre meglio i valori dello Scautismo. Da ciò sorge l’esigenza che in ogni Centro Scout, in quanti vi operano, in quanti ne fruiscono, ci sia spazio quotidiano per la gioia di far bene ogni cosa, per la sapiente laboriosità, per la saggia riflessività, per la bontà, per la bellezza, nonché per il generoso servizio a favore della comunità! E’ una costante sfida sia per i Centri Scout della RETE dei CENTRI SCOUT ITALIANI sia per coloro che ne fruiscono. La vita buona, infatti, si costruisce insieme.

Giovanni Perrone