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Una risorsa per l'educazione

Una rete interassociativa dei Centri Scout… conviene?

A cosa serve una Rete i Centri scout? Può essere utile allo Scautismo italiano?  Le stesse domande se le poneva l’Ufficio Europeo dello Scautismo agli inizi degli anni ’90 e si ravvisò l’opportunità di costituire una Rete Europea dei Centri Scout i cui responsabili s’incontrano periodicamente nella European Guide & Scout Centre Manager’s Conference. 

Ho avuto la possibilità di partecipare, a nome dell’AGESCI, a diverse Conferenze, sin dai primi anni della loro realizzazione e di sperimentare la positività di detti incontri, spazi di confronto, di interazione, di condivisione di progetti ed esperienze, finalizzati a migliorare la qualità dei Centri e del modo di vivere lo Scautismo. Ci siamo posti come scopo, sin dall’inizio, di lavorare insieme, anzitutto per garantire alle unità scout, ai capi e ai ragazzi che utilizzano i Centri qualità e stile, secondo quanto ci viene indicato dal metodo scout.

Vent’anni fa in Italia non si era ancora affermata la cultura dei Centri scout. C’erano i luoghi deputati alla formazione dei capi (es. Bracciano, Colico) e le Basi del Settore Specializzazioni. Non si sentì, quindi, l’esigenza di promuovere una specifica Rete. Verso la fine degli anni ’90, su stimolo del Settore Specializzazioni, l’Agesci provò a darsi un regolamento con i “Criteri il riconoscimento dei Centri scout”, che, però, fu ben presto da molti dimenticato.

La riflessione sul valore educativo dei Centri proseguì all’interno del Settore che nel 1998 presso la Base di Marineo organizzò una giornata di dibattito sul tema “La Base scout, un luogo e uno spirito” al quale presero parte autorevoli dirigenti dell’Associazione. In quell’occasione, alla luce delle esperienze realizzate si definì la Base scout come “luogo concreto ove vivere la meravigliosa avventura dello Scautismo, spazio fisico di riferimento per quanti vi passano; ambiente ove educarsi a costruire il bene comune, migliorare l’arte di relazionarsi con le persone e le cose, affinare la capacità di ideare e realizzare progetti, apprendere a mettere le proprie risorse al servizio dei fratelli e della comunità, ma anche luogo ideale che resta dentro il cuore per tutta la vita il cui ricordo stimola a vivere in ogni luogo la Legge Scout, a sapersi giocare pienamente ed a fare della vita un’avventura meravigliosa ….. La Base, si disse ancora, è un  ‘luogo che parla e che insegna’.  Essa è uno ‘spazio pedagogico’. Ogni angolo, ogni struttura, ogni albero ha tante storie da raccontare. Decine e decine di capi vi iniziano e/o completano il loro iter di formazione; decine e decine di unità hanno la possibilità di svolgere attività in un ambiente affascinante, a stretto contatto con la natura. Decine e decine di ragazzi hanno l’opportunità di incontrare capi  ed eventi significativi; cento e cento amicizie vi nascono e si rafforzano; tante competenze si consolidano e si accrescono”.

In quest’ultimo decennio c’è stato un rapido aumento di luoghi deputati ad ospitare le attività degli scout, sia per legislazioni regionali talora restrittive nei confronti dei campi scout, sia per l’esigenza di assicurare alle unità scout spazi adeguati ai campeggi, sia per l’intraprendenza di scout ed ex scout, delle regioni, delle zone e dei gruppi. Sono centri gestiti da strutture associative (appartenenti alle varie associazioni scout riconosciute e non), da parrocchie, da singoli. Sono strutture che hanno caratteristiche e gestioni diverse, più o meno adeguate alle esigenze tipiche dello Scautismo.

Perciò si è ravvisata la necessità (anche ad esempio di quanto avvenuto a livello europeo) di mettere un po’ d’ordine al fine di garantire un idoneo servizio a quanti utilizzano tali strutture.

Nell’aprile del 2008 si incontrarono in Roma, su iniziativa di Elio Caruso di BP Park, i responsabili di alcuni Centri (appartenenti a diverse associazioni, tra le quali l’AGESCI, il CNGEI, il MASCI) e diedero vita alla “Rete dei Centri Scout Italiani”. Una “Carta dei valori”, sollecitamente approvata, stabilì  i criteri di adesione e cioè: che ogni Centro sia collegato ad un’associazione scout; non abbia scopo di lucro; abbia strutture idonee; sia aperta alle unità di qualsiasi associazione scout; sia uno spazio educativo ove vivere i valori dello Scautismo. Si preferì utilizzare il termine “Centro scout” sia perché tale termine è usato a livello europeo sia per lasciare la dicitura “Base” ai Centri della rete del Settore Specializzazioni.

Ci si interrogò sull’opportunità o meno di restringere la Rete solo ad alcune associazioni, quelle classiche e riconosciute. Ma fu ravvisata l’esigenza di accogliere tutti i Centri che danno possibilità di vivere adeguatamente il metodo scout e i principi della Legge e della Promessa. Ciò in quanto ogni Centro scout accoglie unità e ragazzi provenienti da varie realtà associative e, in tal modo, favorisce il dialogo, il confronto, la cooperazione e dona a tutti la possibilità di vivere buone esperienze scout. Nel contempo, si ravvisò, nel costituire la Rete, non solo l’opportunità di offrire un servizio allo Scautismo italiano e straniero, ma anche di garantire le Unità scout (e non solo) evitando ogni uso improprio del termine “Centro scout” e possibili deviazioni e strumentalizzazioni. Ad ulteriore garanzia di ciò, lo Statuto della Rete prevede, a fianco del Consiglio direttivo della Rete, il Comitato dei Garanti, del quale fanno parte i rappresentati delle maggiori associazioni scout.

La risposta alla domanda iniziale, perciò, non può non essere positiva.

 La Rete, insomma, è una risorsa per tutti, da valorizzare, da implementare e da sostenere da parte di tutti.